Gli ESRS oggi e domani: verso una rendicontazione di sostenibilità più semplice e accessibile

Gli ESRS sono gli standard europei per la rendicontazione della sostenibilità, attualmente percepiti come complessi e onerosi. L’EFRAG ha avviato un piano di revisione per semplificarli, ridurre i datapoint obbligatori e migliorarne l’allineamento con gli standard internazionali. L’obiettivo è una rendicontazione più chiara, utile e accessibile, soprattutto per le PMI.

Negli ultimi anni, la rendicontazione di sostenibilità è diventata uno strumento chiave per promuovere la trasparenza delle imprese europee sugli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG). Al centro di questo nuovo approccio si trovano gli ESRS – European Sustainability Reporting Standards, ovvero gli standard europei per la rendicontazione della sostenibilità sviluppati da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) in primis per supportare l’attuazione della direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), ma diventati poi il cardine anche della VSME (Voluntary Sustainability Reporting Standard for non-listed SMEs) ovvero lo standard volontario di rendicontazione della sostenibilità per le piccole e medie imprese (PMI) non quotate.

 

Cosa sono oggi gli ESRS?

Gli ESRS rappresentano il quadro normativo tecnico che definisce quali informazioni ESG le imprese devono rendicontare, come devono farlo e con quale livello di dettaglio. Si articolano in standard trasversali (generali) e standard tematici, che coprono ambiti specifici come il clima, la biodiversità, il lavoro, la governance e altro ancora.

Attualmente, gli ESRS si contraddistinguono per:

  • -  Elevato numero di datapoint (informazioni richieste), spesso percepiti come complessi e onerosi.
  • -  Forte attenzione alla completezza delle informazioni, a volte a discapito della semplicità operativa.
  • -  Applicabilità generalizzata, che può risultare impegnativa soprattutto per le PMI.

Sebbene siano fondamentali per garantire una rendicontazione completa e comparabile a livello europeo, molti stakeholder – aziende in primis – hanno segnalato criticità legate alla complessità e all’elevato carico amministrativo.

 

Il piano di revisione EFRAG: un cambio di passo

Per rispondere a queste difficoltà, EFRAG ha presentato alla Commissione europea un piano di revisione degli ESRS. Si tratta di un processo accelerato, richiesto dalla Commissaria europea Maria Luis Albuquerque, che punta a semplificare, chiarire e rendere più proporzionati gli obblighi di rendicontazione, senza compromettere la qualità delle informazioni.
L’obiettivo è consegnare entro ottobre 2025 un parere tecnico aggiornato, che rifletta le esigenze reali delle imprese e degli utilizzatori delle informazioni ESG, come investitori e cittadini.

 

Le novità in arrivo

Il piano prevede cinque fasi operative, che condurranno a una nuova versione degli ESRS più snella, chiara e funzionale:

  1. Definizione di una visione strategica (aprile-maggio 2025)
    EFRAG delinea le linee guida per semplificare gli standard, intervenendo su: struttura del report, valutazione di materialità, interoperabilità con standard internazionali, riduzione dei datapoint obbligatori e chiarimenti sulle disposizioni più complesse.
  2. Analisi e consultazione con gli stakeholder (aprile-maggio 2025)
    Vengono raccolti feedback da imprese, associazioni, agenzie di rating e altri attori, analizzando anche i report già pubblicati per identificare criticità e opportunità di semplificazione.
  3. Redazione delle bozze di revisione (entro luglio 2025)
    Sulla base delle evidenze raccolte, EFRAG redigerà gli Exposure Drafts, ovvero le proposte di modifica agli standard attuali.
  4. Consultazione pubblica (agosto-settembre 2025)
    Ridurre le emissioni spesso significa anche ridurre i consumi energetici e migliorare l'efficienza operativa, con benefici diretti sui costi.
  5. Parere tecnico finale (ottobre 2025)
    Il documento definitivo conterrà una valutazione di impatto e un’analisi costi-benefici, utile anche per comprendere come le modifiche ridurranno il carico amministrativo per le imprese.

 

Cosa cambierà concretamente?

Tra i principali cambiamenti attesi:

  • -  Meno datapoint obbligatori, con maggiore distinzione tra requisiti vincolanti e volontari.
  • -  Maggiore chiarezza sull’applicazione del principio di materialità, fondamentale per selezionare le informazioni veramente rilevanti.
  • -  Struttura del report più intuitiva, coerente con altri standard internazionali (come ISSB o GRI).
  • -  Esenzioni trasversali pensate per alleggerire l’onere delle imprese più piccole.

 

Conclusioni

La revisione degli ESRS rappresenta un passo decisivo verso una rendicontazione di sostenibilità più proporzionata, efficace e centrata sulle esigenze delle imprese e degli stakeholder. Per le aziende – in particolare per le PMI – si apre una fase di ascolto e partecipazione attiva, utile per contribuire a costruire standard che siano davvero utili, comprensibili e sostenibili da applicare.

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